Vediamo in questi giorni, e già da un po’ di anni, un crescere di violenza in Italia. Ecco una breve trattazione che ci pare bene diffondere.
Tratto da #stannefuori.it - 10-09-2020)

CHE COS’È LA VIOLENZA
La violenza è un termine oggi molto diffuso e applicabile a diverse circostanze.  La sua etimologia deriva da “violare”, ovvero infrangere i limiti.
Per violenza si intente un’azione, non un’emozione, e precisamente un’azione fisica o verbale con la quale si intende annullare l’altro, o distruggere una parte di lui, della sua volontà.
Nella violenza il desiderio di far scomparire l’altro, di escluderlo, di ridurlo al silenzio diventa più forte e prioritario rispetto al desiderio di dialogo, di confronto e di conflitto. La violenza è ciò che conduce alla negazione dell’altro, al suo annientamento, alla sua uccisione, anche se non in senso letterario.
La violenza non è aggressività. L’aggressività, se non distruttiva, ha un significato costruttivo per la personalità, l’’affermazione di Sé, permette di confrontarsi con l’altro senza esserne sopraffatti. Etimologicamente il termine aggressività viene dal latino “ aggredi”, quindi progredire, andare verso, e non contro, come nel caso della violenza.
La violenza non è la forza.
La violenza non è conflitto. Il conflitto fa parte della vita e della relazione, può essere fattore di cambiamento positivo; nel conflitto c’è simmetria tra le parti, nella violenza c’è un processo che cerca di risolvere e di annullare il conflitto eliminando l’altro.
LE DIFFERENTI FORME DI VIOLENZA
La violenza può assumere diverse forme, tendenzialmente si distingue in : violenza fisica, sessuale, psicologica e verbale. In tutti i casi l’intento è quello di fare male, di ferire o nuocere all’altro.
Violenza fisica
La violenza fisica è quella più facilmente identificabile, in quanto l’unica visibile a occhio nudo. Lascia infatti segni visibili sul corpo: ematomi, graffi, fratture… si manifesta con calci, pugni, morsi, spintoni, lanciare per terra, oppure strangolando o comunque esercitando una forza fisica sul corpo dell’altro o una costrizione fisica. Spesso si invoca la disciplina e l’educazione per giustificare la violenza fisica, ma questi metodi educativi non sono sicuramente un modo efficace per esercitare una buona influenza su una persona. Spesso le vittime della violenza fisica cercano di camuffare i segni sul loro corpo perché si vergognano e non riescono ad accusare i loro aggressori.
Violenza sessuale
Indica quelle situazioni in cui una persona si serve dell’altra per soddisfarsi sessualmente. La vittima viene esposta a un contatto, un’attività o a un comportamento di carattere sessuale sotto forma di palpeggiamenti, rapporti sessuali anche non completi, pornografia.
Violenza psicologica e verbale
La violenza psicologica designa generalmente delle azioni o delle mancanze che possono avere degli effetti psicologici particolarmente distruttivi. L’umiliazione, l’intimidazione, l’isolamento, le minacce, la svalutazione e il controllo feriscono profondamente e diminuiscono l’autostima. E’ la violenza più difficile da identificare e da definire in quanto non lascia delle tracce visibili. Negli adolescenti è sicuramente la forma di violenza più diffusa. Essa si manifesta attraverso la svalutazione dei comportamenti, dei pensieri, delle credenze e degli atteggiamenti dell’altro, al fine di modificarli e di indurre l’altro a comportarsi secondo i propri desideri e credenze. L’obiettivo è in realtà quello della dominazione e del controllo. Sono forme di dominazione l’impedire di frequentare amici, di vestirsi o di truccarsi in un certo modo, dare degli ordini, controllare i movimenti di una persona o le sue comunicazioni e i suoi contatti. Sono forme di manipolazione il colpevolizzare qualcuno di qualcosa di cui non è responsabile, il ricattarlo. Gli insulti, oggi molto diffusi, rappresentano una forma di violenza verbale che ha come obiettivo quello di umiliare, di attaccare la dignità, di provocare la collera. Queste azioni verbali esprimono disprezzo, il non rispetto dell’altro, la sua svalutazione Chi insulta esprime la propria collera, se ne libera e dimostra di non saper creare e stare in un dialogo costruttivo. Alcune persone infatti si sentono potenti solo se abbassano e svalutano gli altri. Talvolta gli insulti rappresentano un linguaggio giovanile per ridere, per scherzare, ma quando causano un disagio nella persona che viene appellata in un certo modo, rappresentano sempre una forma di violenza, al di là dell’intenzione di chi le usa.